Tra giovani e adulti, l’importante è testimoniare. Don Pierangelo Redondi, parroco di Sedrina, ha imparato il valore dell’esempio già da giovanissimo. “Io sono originario di San Giovanni Bianco, ma ho sempre abitato ad Almè. Sono entrato in seminario giovane, in prima superiore, nel lontano 1988. Innanzitutto, la mia famiglia mi ha testimoniato la fede in maniera molto forte, poi c’è la comunità di Almè dove vivevo, allora molto vivace e aiutata dai sacerdoti che avevo incontrato.I miei parroci e curati mi hanno testimoniato una vita gioiosa, una bella esperienza di fede e comunità. Il cammino è proseguito, dopo le scuole in seminario, la chiamata si è sempre approfondita attraverso le attività che si fanno in seminario, mi hanno sempre convinto che questa era la mia strada, gradualmente ho capito che questa era la mia vita”.
Ecco allora i primi passi tra i fedeli. “Tra le varie esperienze, mi ricordo quelle di aiuto nei primi anni di Teologia: si andava nelle parrocchie ad aiutare i parroci come catechisti, oppure l’assistenza ai seminaristi alle medie. Soprattutto l’anno di quarta, quinta e sesta con la predicazione a Treviolo e poi a Curnasco. Da lì, è maturata la scelta del diaconato e di diventare prete”.
Dopo i voti, Don Pierangelo inizia subito come curato. “Sono stato assegnato ad Urgnano, un paese abbastanza grosso, con una realtà molto grande e attiva. Dopo cinque anni, il Vescovo mi ha mandato in montagna: abitavo con un confratello e seguivo le parrocchie di Ambriola e Rigosa, ho decisamente cambiato mondo. Lì sono stato undici anni, ho seguito queste comunità, ma anche il Santuario del Perello e la preparazione del seicentenario, con tutte le celebrazioni, ci sono stati tanti lavori di sistemazioni nelle chiese. Abbiamo dato inizio a una delle prime unità pastorali in zona, nel 2008. Ora sono qua a Sedrina, già da 10 anni e questo è l’ultimo: mi hanno prorogato una volta, ma ora siamo a scadenza”.
È una vita che porta naturalmente don Pierangelo, oggi 50enne, in varie realtà. “Tutte queste esperienze sono state molto diverse e devo dire che dal punto di vista umano non ho fatto fatica, mi adatto abbastanza bene alle situazioni. Essere parroco mi ha reso felice, la gioia di essere preti aiuta molto. Io sono davvero contento di spendermi per gli altri ed è importante anche la compagnia degli altri sacerdoti, con cui si lavora e si vive. Non si è soli, ma c’è una grande fraternità. Io quest’anno ho fatto i 25 anni di sacerdozio: ci tengo a ringraziare tutti i parroci e i curati che ho incontrato durante il mio percorso. Devo dire che dopo tanto tempo l'entusiasmo non è venuto a mancare, sono contento di essere parte di questa Chiesa che è in Bergamo ".
Da Urgnano alla Valle Serina lo scarto è notevole, eppure don Pierangelo ha affrontato tutto con piacere. “Passare dalla pianura alle Valli ha portato ritmi diversi, ma mi sono adattato, bisognava fare tanti chilometri e non mi è pesato, è un servizio che mi è piaciuto. Sedrina è una piccola parrocchia, ma ha un po’ tutto, perciò non sei solo parroco, stai con giovani e adulti, c’è un ventaglio di attività che ti aiutano a stare sempre sveglio”
Soprattutto perché don Pierangelo è anche insegnante. “Io ho sempre insegnato religione, ho fatto undici anni all’alberghiero, ora sono qua alle medie. L’insegnamento mi piace molto: stare con i ragazzi, conoscere le famiglie e le problematiche che possono esserci. Sedrina è simile ai paesi di montagna per certe dinamiche, per altre alla città. Ha un po’ questa doppia natura, ha tanti servizi anche se purtroppo abbiamo perso qualcosa. La comunità è divisa in frazioni ma si sente unita”. Nonostante un calo della partecipazione, spiega, la comunità vive ancora il senso del paese. ”Cosa preferisco dell’essere prete? A me piace predicare, leggere il Vangelo e approfondirlo; mi piace stare con la gente, tutto quello che riguarda la liturgia e la messa. È bello anche stare con i ragazzi, in modo particolare porta l’annuncio della Parola”.