Matteo Fracassetti che con i suoi asini fa scoprire la Valle Brembana a grandi e piccini

Grazie alla sua attività, “Ragliando S’Impara”, Matteo incontra grandi e piccini, li accompagna alla riscoperta del territorio e di un animale speciale, docile e propenso alla relazione: l’asino.
12 Gennaio 2022

Dalle nostre Valli, una bella storia di passione, di ostinazione, di sogni che si realizzano. Matteo Fracassetti 24 anni, di Sedrina, diplomato all’Istituto Tecnico Agrario, con i suoi asini fa scoprire ai bambini (e non solo) la bellezza della vita.  Grazie alla sua attività, “Ragliando S’Impara”, Matteo incontra grandi e piccini, li accompagna alla riscoperta del territorio e di un animale speciale, docile e propenso alla relazione: l’asino.

Il sogno di Matteo è quello di dare alla sua realtà una forte impronta sociale dedicata ad ospiti dai 5 ai 99 anni, a gruppi, scuole, asili, singoli, famiglie, hospice, campi estivi. Le attività che Matteo organizza sono tutte a contatto con i suoi animali: pony, capre, pecore, alpaca, cane e soprattutto l’asino, animale dal carattere molto paziente, mite, propenso alla relazione, che si presta particolarmente a progetti educativi e sociali.  E così Matteo e i suoi asini lavorano sodo e con tanta passione per portare avanti un’ampia proposta educativa che va dalle attività in campo alla passeggiata someggiata: “Tra le attività in campo c’è il primo contatto diretto con l’animale – spiega Matteo –. Insegno ai bambini come spazzolarlo, come osservare lo zoccolo, come visionare i denti, faccio comprendere come l’asino sa comunicare con noi: l’asino dice sempre qualcosa e lo fa attraverso la posizione delle orecchie. Oltre a questo c’è sicuramente la cura dell’animale, quindi lo spalare il letame e l’alimentazione con una razione ben bilanciata”.

Grande passione per il camminare con l’asino, per vedere in modo diverso le cose che ci circondano, per scoprire mulattiere, sorgenti, perfino i caprioli, il tutto in un’ottica di valorizzazione e riscoperta del territorio brembano. Nasce così un’altra delle proposte di “Ragliando S’Impara”, la passeggiata someggiata: “Durante le passeggiate someggiate l’utente dai 5 ai 99 anni non sale sull’asino ma lo accompagna nel corso di una passeggiata di più ore. I nostri percorsi, dislocati sul territorio della Valle Brembana, sono appositamente studiati per valorizzare la tradizione, la cultura, la gastronomia e gli splendidi itinerari che caratterizzano la nostra Valle. Durante il cammino svolgiamo attività nel bosco perché con il passo lento si apprezzano meglio le cose accanto a noi: durante le passeggiate insegno ai bambini a riconoscere le piante e il canto degli uccelli e li porto a scoprire i gamberi di acqua dolce della Valle del Giongo. Sono anche convenzionato con alcuni agriturismi, dove i partecipanti alle passeggiate someggiate possono fermarsi a gustare prodotti locali, in un’ottica di valorizzazione del territorio a tutto tondo”. E poi tanti laboratori per tutti i gusti e per tutte le età, piccoli atelier all’aperto, attività manuali come creare un’ape con un sasso oppure decorare una tegola.

Chi passa da “Ragliando S’Impara” se ne va sempre soddisfatto, con nuovi amici e con un’esperienza in più da ricordare e da raccontare: “Mi riempie di felicità – racconta Matteo – vedere i bambini che tornano di corsa all’auto per raccontare quello che hanno vissuto qui con noi, vedere i progressi di bambini con difficoltà relazionali grazie al contatto con l’asino. Vorrei insegnare ai bambini a gustare pane e miele, a gustarsi le piccole cose. Qualche volta chiedo ai bambini di chiudere gli occhi e gli faccio raccontare quello che sentono, dal verso degli animali al suono del vento”.

Così, l’innovazione, per Matteo, è tornare agli antipodi, alla natura vera, quella delle piccole cose: “Il progresso e l’innovazione stonano con la natura, non mi piace il progresso se questo porta un bambino di 8 anni a giocare con applicazioni del cellulare che simulano la fattoria: per me l’innovazione è tornare agli antipodi, alle cose vere”.

L’avventura di Matteo inizia dalla baita del nonno e fondamentali sono stati l’appoggio del GAL Valle Brembana e la cooperazione di suo papà, con cui ha iniziato a ripulire i terreni e a recintarli. Poi è arrivata la prima asina, nel 2016, come regalo per l’esame di Maturità. C’è anche il cane Dago, braccio destro di Matteo, che lo supporta fedelmente nelle sue attività. “Ho fatto per molti anni l’animatore – racconta Matteo – e in quegli anni ho seguito tantissimi ragazzi quindi ho molta esperienza con i bambini. Pian piano ho aumentato il numero di capi e ho iniziato a prendere altri appezzamenti di terreno da sistemare. I primi soldi guadagnati con il mio lavoro nel settore metalmeccanico sono stati investiti per un corso di IIA (interventi assistiti con gli animali) a Milano che mi ha reso coadiutore dell’asino e mi ha permesso di approfondire le conoscenze riguardanti la relazione uomo-animale”.

Ma non solo. Matteo svolge anche un’importante attività di conservazione del territorio: “Quando sono partito con la mia attività, quello che ho trovato davanti a me era un paesaggio di rovi e di piante novelle e l’ho recuperato, specialmente durante il periodo di lockdown, con tanta manualità, decespugliatore e ‘pigazza’. Sto anche recuperando alcuni muri a secco originali. Nell’area di Sedrina abbiamo terrazzamenti del 1300 con castagneti che nel 1800 erano i più estesi della Lombardia. Per pulire i prati è fondamentale il connubio di forza manuale ed animali che sono liberi e autonomi 24 ore su 24, sempre nel perimetro delimitato dalle recinzioni. A rotazione inserisco asini, pony, pecore, capre a seconda del tipo di vegetazione e delle preferenze dell’animale. C’è dietro un grande lavoro di programmazione, dato che gestisco con gli animali circa 80.000 metri di terreno”.

“Il valore aggiunto della mia attività sociale in compagnia degli asini – conclude Matteo – consiste sicuramente nella valorizzazione dei sentieri e nella riscoperta di percorsi della zona. Arricchisco così il valore della mia Valle, ne valorizzo l’ambiente, i prodotti locali e le tradizioni. Voglio fare qualcosa che possa lasciare il segno – afferma Matteo – spero di continuare questo lavoro per tutta la vita”.

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