Salgono i contagi, ma a Bergamo meno ricoverati ora rispetto a luglio

L'Italia, negli ultimi giorni, sta facendo i conti con un brusco aumento dei contagi da coronavirus. Eppure in bergamasca, i dati confermano un andamento controcorrente in cui i ricoveri sono più bassi rispetto allo scorso luglio.
9 Ottobre 2020

L'Italia, negli ultimi giorni, sta facendo i conti con un brusco aumento dei contagi da Coronavirus, 5.372 i contagi oggi, 9 ottobre. Questa volta l'epicentro è localizzato principalmente in Campania, ma anche in Lombardia i numeri hanno subito un'impennata: 683 i casi ieri, una crescita dei ricoverati pari all'1,41% in Terapia Intensiva, il 22% nel resto dei reparti. Eppure in bergamasca, occhio del ciclone durante i mesi più difficili dell'emergenza, i dati confermano un andamento controcorrente in cui i ricoveri sono più bassi rispetto allo scorso luglio.

Alcuni numeri – La Lombardia rimane fra le regioni con più casi attualmente positivi, comprensivi di Terapie Intensive, ricoverati con sintomi ed isolamento famigliare, per un totale di 9.877 casi. A Bergamo e nella sua provincia la curva tende verso il basso, se si confrontano i dati attuali con quelli di tre e sei mesi fa. Un esempio lo si può estrarre dall'andamento dei ricoveri nell'Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo: l'8 aprile i ricoverati erano in tutto 407, l'8 luglio invece 28 mentre la Terapia Intensiva veniva dichiarata Covid free, e ad oggi i ricoveri totali sono 18 – 1 in Terapia Intensiva e 1 per altre patologie, ma positivo a tampone.

La crescita dei ricoverati in Lombardia è innegabile, così come il peggioramento della situazione ormai in gran parte d'Italia – conferma Fabio Pezzoli, direttore sanitario dell'Asst. Papa Giovanni – L'andamento che stiamo riscontrando nella Bergamasca ci consente di mantenere un cauto ottimismo: i dati sulla sieroprevalenza ci dicono che un'alta percentuale di bergamaschi è entrata in contatto con il Covid: solo in Valle Seriana, quasi il 50% risulta avere anticorpi. Questo potrebbe spiegare perché i contagi sono meno che altrove. In più, i bergamaschi proprio perché molto spaventati da quanto è accaduto qui, stanno più attenti e da parecchio tempo. Dobbiamo impegnarci a tenere i numeri bassi, con comportamenti rispettosi della propria salute e quella altrui: altre zone della Lombardia sono messe male, il virus è sempre qui con noi”.

L'Asst. Papa Giovanni è il 6° hub lombardo per quanto riguarda le Terapie Intensive: nella Torre 5 sono stati riservati due moduli di posti letto per le persone con tampone positivo ma non sintomatiche, oltre che un'area apposita e separata in Malattie Infettive per i malati con sintomatologia. L'offerta dei posti letto, come sottolineato da Pezzoli, può essere ampliata nel giro di poche ore, sia per i ricoveri ordinari che per le Terapie Intensive.

E così anche l'Asst. Bergamo Est: “La situazione attuale è confortante, ma restiamo prontissimi a fronteggiare qualunque emergenza” sottolinea Roberto Keim, direttore della Terapia intensiva del Bolognini di Seriate e del Dipartimento anestesia e rianimazione dell'intera Asst, Bergamo Est. Negli ospedali di Seriate, Alzano Lombardo, Piario, Calcinate, Gazzaniga e Lovere, i ricoverati ieri erano zero, due l'8 luglio (a Seriate) e 353 complessivamente l'8 aprile.

In caso di necessità ci muoveremmo chiudendo alcune sale operatorie per ricavare spazi dedicati alle Terapie Intensive (ora non siamo hub) e potremmo anche poi allargarci nell'Unità coronarica – prosegue Keim – Ma non abbiamo segnali, al momento, di situazioni di sofferenza: la maggior parte dei malati negli ultimi tempi positivi erano arrivati per altre patologie. Il Pronto Soccorso, va rimarcato, ha percorsi ben differenziati, così come restano allestite le cosiddette “aree grigie” per quanti in attesa dell'esito del tampone”.

Numeri che sono segnale degli effetti del lockdown, come spiega il direttore, “ma non si può non tenere conto del fatto che una buona parte della popolazione bergamasca sembra aver sviluppato anticorpi. L'osservanza stretta delle regole ha contribuito ulteriormente. Ora ci prepariamo alla stagione invernale, e sarà importantissimo provvedere a una massiccia campagna di protezione contro l'influenza, per evitare gli intasamenti del Pronto Soccorso. Credo che tra un mese o poco più potremo registrare anche che impatto ha avuto la riapertura delle scuole e il ritorno delle attività negli uffici. È cruciale, quindi, in questa fase autunnale rispettare il distanziamento e usare la mascherina con scrupolo: è anche una protezione in più contro l'influenza”.

Non solo Asst. – Si registra un calo anche in altre strutture sanitarie, come la Humanitas Gavazzeni dove ieri i ricoverati erano 2, più altri 5 in isolamento nell'area grigia, 1 posto in Terapia Intensiva su 4. L'8 luglio, tre mesi fa, i pazienti ricoverati erano 4, 22 in osservazione e 3 in terapia intensiva. Se si scorre indietro di 6 mesi, la situazione era sicuramente molto diversa: 205 pazienti Covid ricoverati su 292 letti disponibili (occupati 6 reparti su 7) e 22 in Terapia Intensiva, su 33 complessivi.

Negli Iob, Istituti ospedalieri bergamaschi del Gruppo San Donato, i Policlinici San Pietro a Ponte San Pietro e San Marco a Zingonia, la situazione non differisce troppo. Fra ieri e 3 mesi fa, a luglio, resta azzerato il numero di pazienti ricoverati per Covid – entrambi gli ospedali erano Covid free già da giugno – mentre ad aprile erano 145 i ricoverati a Zingonia e 196 a Ponte San Pietro.

Di recente – fa sapere Eleonora Botta, direttore sanitario a Ponte San Pietro – sono arrivati alcuni casi di persone con polmonite bilaterale e come da indicazioni regionali sono stati dirottati negli hub. Qui manteniamo comunque le aree grigie per le persone in attesa di esito e siamo pronti a fornire risposte in caso di emergenza. Il virus non è affatto sparito e colpisce con la stessa aggressività dei mesi scorsi”.

Oltre all'area grigia – conclude Giancarlo Borra, direttore sanitario di Zingonia – persistono tutte le misure di sicurezza, come il controllo della temperatura in accesso e percorsi separati, non solo in Pronto Soccorso. Stiamo inoltre predisponendo, preso atto dell'andamento della pandemia, una serie di misure che, nel caso in cui la situazione peggiorasse, ci permetterebbero di affrontare eventuali nuove esigenze di ricoveri in reparto o Terapia Intensiva”.

(Fonte: L'Eco di Bergamo | Fonte immagine in evidenza: Il Giorno)

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