Stop alla riapertura delle miniere di zinco ad Oltre il Colle: “Modifiche al progetto, dobbiamo valutare meglio”

Il Comune ha dato parere negativo al progetto presentato dall'italo-australiana Energia Minerals: "Vorrebbero utilizzare l'area di Zorzone per lavorare il materiale, bisogna valutare l'impatto di questa modifica"
5 Febbraio 2022

Brusca frenata nella lunga strada che dovrebbe portare alla riapertura delle miniere di zinco a Oltre il Colle: il sito è fermo dal 1982. Il Comune ha infatti dato parere negativo alla domanda portata avanti dalla società italo-australiana Energia Minerals, controllata dall’australiana Alta Zinc.

Il “no” alla richiesta di nuova concessione mineraria viene così motivato dal sindaco di Oltre il Colle, Giuseppe Astori, che parla di migliaia di pagine di documentazione inviate dalla Energia Minerals al Comune agli inizi di dicembre. Non tutto, però, combaciava con quanto concordato fino a quel momento. “Ci siamo accorti che, diversamente da quanto finora ci era stato detto, la società he ora deciso di lavorare il materiale in paese, nell’area artigianale di Zorzone. Abbiamo inviato la documentazione a un nostro geologo, ma il tempo era veramente limitato”.

Il progetto originale prevede l’estrazione di sette milioni di tonnellate di zinco nei prossimi dieci anni, da lavorare poi nella vecchia laveria di Riso. La decisione dell’azienda di modificare il progetto a favore di Zorzone ha così portato a uno stop preventivo della pratica per la nuova concessione mineraria.

Il Comune di Oltre il Colle, precisa Astori, è sempre stato favorevole alla riapertura delle attività estrattive, ma ora bisogna chiarire l’impatto della modifica sulla salute e sull’ambiente. Per questo scopo, è già stato convocato con urgenza un consiglio comunale.

Parteciperanno anche i dirigenti di Energia Minerals. “Il no, scritto nero su bianco e inviato al Ministero della Transizione ecologica, è al rinnovo della concessione mineraria. Serve l’ok del Ministero e poi della Regione. Ora questo parere negativo ci danneggia” spiega Marcello de Angelis, rappresentante italiano dell’azienda. Un danno pesante per un progetto finora già costato 16 milioni di euro. “A Zorzone di Oltre vogliamo utilizzare i capannoni della ex Serbaplast per la lavorazione del minerale, adeguatamente isolati per polveri e rumori” aggiunge De Angelis. “L’istanza è stata inviata al Ministero della transizione ecologica e dovrà andare anche alla Regione, ma questo parere negativo rischia di fermarci”.

Fonte: L'Eco di Bergamo
Foto: PrimaBergamo

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