Tra Dad, mascherine e distanziamento è “una scuola diversa”. Parlano quattro studenti del Turoldo

È ormai dal 2020 che gli studenti, soprattutto nella provincia di Bergamo, convivono con la didattica a distanza e le misure di sicurezza, e i ragazzi del Turoldo di Zogno ci hanno spiegato cosa significa per loro la scuola ai tempi del Covid-19.
20 Gennaio 2022

È ormai dal 2020 che gli studenti, soprattutto nella provincia di Bergamo, convivono con la didattica a distanza e le misure di sicurezza, e i ragazzi di una delle scuole più grandi delle valli ci hanno spiegato cosa significa per loro la scuola ai tempi del Covid-19.

Dalle loro parole risulta evidente come ci siano stati molti cambiamenti, il primo particolarmente la disposizione in aula, infatti l’Istituto David Maria Turoldo di Zogno ha appositamente ampliato le aule per poter tenere gli studenti separati e distanziati, e questo ha portato alla redistribuzione dell’orario scolastico, per riuscire a intercambiare le classi in una stessa aula mentre una delle due è nella palestra per educazione fisica o in laboratorio.

Il secondo cambiamento è di sicuro quello delle mascherine, da tenere obbligatoriamente in ogni momento, ma un’altra novità è quella degli intervalli, infatti l’intervallo non è più alle 11, ma sono due: alle 10 e alle 12 per dieci minuti, in cui gli studenti sono obbligati a restare all’interno dell’aula e non possono andare in bagno. “È difficile sopportare questa situazione, sembra di essere in una scuola totalmente diversa – dicono Samantha e Chiara (rispettivamente prima da sinistra e seconda da sinistra in foto), due studentesse che al momento sono a scuola in presenza – alcuni compagni sono a distanza per la quarantena, e sta diventando difficile anche per i professori capire, durante l’appello, chi è a casa e chi a scuola, perdendo dieci minuti ogni lezione”.

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Gli studenti a casa, invece, faticano a seguire le lezioni: “Io sto seguendo da casa, ma spesso non capisco per i problemi di connessione e per la difficoltà a vedere la lavagna, ad esempio” dice Mattia (in foto: terzo da sinistra), all’ultimo anno di scuola, che è in DAD per positività, e ci spiega: “Io ho scelto di non fare il vaccino perché non mi sentivo sicuro, e so che chi non si vaccina ha più possibilità di sentire gli effetti del Covid, ma mi sento più sicuro a non farlo, nonostante questo non critico chi sceglie di vaccinarsi, è effettivamente le scuole non richiedono il Green Pass, quindi è possibile scegliere liberamente cosa fare. In DAD è anche Pamela, della stessa classe (quarta da sinistra in foto): “Io sono vaccinata, e avevo già la prenotazione per la terza dose di vaccino – spiega al telefono – purtroppo sono risultata positiva e ora sono agli ultimi tre giorni di isolamento, sono davvero esausta di questa situazione, passo 6 ore davanti al computer, e non potendo uscire da camera mia è molto pesante”.

“All’inizio della pandemia, il primo anno – prosegue Samantha -, ero tranquilla perché ho preso un momento di pausa dalla scuola e dallo stress quotidiano, ma dopo qualche mese è diventato pesante non poter avere rapporti con i miei compagni di classe e spiega le speranze che aveva per quest’anno: “Vista la situazione dal punto di vista vaccinale mi aspettavo un miglioramento, per esempio la possibilità di uscire nei corridoi durante l’intervallo, o di togliere la mascherina tenendo il distanziamento, anche se avevo poca speranza – e continua con le sue preoccupazioni – essendo all’ultimo anno speravo che le cose potessero tornare a come erano prima, per riuscire a concludere bene, quest’anno avrò l’esame di maturità e non sono molto preoccupata, sembra che ci sarà l’esame orale e uno scritto di italiano e secondo me è giusto così”.

“Quest’anno – aggiunge Chiara – sembrava di vedere la luce in fondo al tunnel, la scienza ci sta dando delle risposte con il vaccino, e mi sembra logico farlo per tutelare noi stessi e gli altri, soprattutto in ambiente scolastico, in aula per 6 ore con le stesse persone, o ancora peggio nello stesso spogliatoio in cinquanta, anche di classi diverse. Credo e spero che tra pochi anni non ci sarà più il covid, e gli studenti potranno tornare alla normalità”.

Un altro grande problema è quello dei mezzi di trasporto, infatti spiega Pamela che da San Pellegrino Terme alla scuola ci sono sei pullman, ma è impossibile arrivare in orario perché i primi cinque sono pieni, anche con persone contro la porta, e il sesto arriva a Camanghé alle 8.20, con un ritardo da dover poi giustificare. In particolare specifica: “Se voglio arrivare in orario devo per forza stare a strettissimo contatto con tantissime persone sul pullman, e non mi sento sicura, non rispettiamo le norme”.

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