Ospedale S.Giovanni, Belotti risponde al sindacato: ”chi abita in valle non è di serie B”

È di poche ore fa il comunicato stampa da parte dell'ASST Papa Giovanni XXIII, nella persona di Anna Paola Callegaro, segretario aziendale ANAAO-ASSOMED. Il Deputato Daniele Belotti ha risposto ufficialmente.
14 Ottobre 2020

È di poche ore fa il comunicato stampa da parte del sindacato ANAAO-ASSOMED di ASST Papa Giovanni XXIII, nella persona di Anna Paola Callegaro, segretario aziendale. Una dura replica alle vicende che gravitano da qualche tempo attorno all'Ospedale di San Giovanni Bianco e al ripristino dei suoi servizi, a cui arrivano ora anche le prime risposte ufficiali: la prima è di Daniele Belotti, deputato Valli Bergamasche del partito Lega.

Ho letto l’aspro comunicato della segretaria aziendale dell'Anaao-Assomed dell'Asst Papa Giovanni XXIII di Bergamo, Anna Paola Callegaro in cui sentenzia che ospedali periferici come quello di San Giovanni Bianco “non hanno più ragion d'essere” – dichiara Belotti – Non sono un medico e non mi metto a fare il tuttologo, ma le pesanti affermazioni della Callegaro contro i sindaci della Val Brembana, definiti come esempio “dell'incapacità politica di parlare chiaramente”, e la Regione, accusata di essere “sempre stata più sensibile ai voti e ai sindaci di quanto non lo sia mai stata nei confronti di chi deve garantire il diritto costituzionale alla salute”, non possono passare in silenzio.

E’ vero, i piccoli ospedali non possono offrire i servizi di quelli più grandi e strutturati, ma il cittadino va tutelato al di là della sua residenza, a meno che si consideri uno che abita a Mezzoldo o Valtorta di serie B rispetto a chi abita in Città Alta o in Porta Nuova. E i rappresentati legittimamente eletti dalle loro comunità hanno il dovere di difendere i diritti dei propri cittadini, non solo per una questione elettorale, ma per il futuro dei propri territori.

I sindaci servono anche a questo, a maggior ragione se espressione di piccole comunità di valle: come possiamo pensare di tutelare la montagna, di evitare lo spopolamento delle valli, se a questo territorio togliamo i servizi fondamentali? Del resto anche la dottoressa Callegaro si è lanciata in politica candidandosi alle ultime comunali a Bergamo con la Lista Gori con l’intenzione di passare “dall’io al noi, per portare avanti un tipo di comunità e di vita di gruppo da recuperare anche in una logica di quartiere” al fine di “portare avanti l’idea di una politica sanitaria partecipata per raccogliere i bisogni delle persone e per portare all’attenzione le istanze dei malati”.

La dottoressa Callegaro – prosegue il Deputato –, se fosse stata eletta a PalaFrizzoni con il centrosinistra, avrebbe portato avanti questo obiettivo da consigliere comunale, perché allora i sindaci della Val Brembana non possono fare altrettanto “raccogliendo i bisogni delle persone per portare all’attenzione le istanze dei malati?”.

La segretaria dell'Anaao-Assomed sottolinea che nessun paese della Valle Brembana dista più di 90 minuti dall’ospedale più importante, per motivare la sua preoccupante conclusione per cui la struttura di San Giovanni Bianco “non ha più ragion d’essere”, lasciando intendere che i residenti di Cusio e Carona possono farsi tranquillamente un’ora e mezza di strada per andare al pronto soccorso del Papa Giovanni. Ma se la strada è poca, perché, come dice la Callegaro, nessun medico “vuole salire lassù”? Sicuri che sia solo per “l’insicurezza per pazienti e operatori” (parole che creano allarme tra gli utenti e offendono i colleghi che, con abnegazione, garantiscono un servizio apprezzato dal territorio) e non proprio per la distanza e la strada trafficata per raggiungere San Giovanni Bianco?

Se vogliamo tutelare la montagna, ragioniamo su come garantire i servizi fondamentali alle comunità che vivono nelle valli, perché a forza di tagliare scuole, ospedali, poste, uffici statali, banche, ci ritroveremo paesi deserti e un territorio allo sbando”.

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