Pasqua in casa, ma con capretto nostrano e polenta. Anche all’ospedale da campo

In questa fase emergenziale, l'associazione del Festival del pastoralismo facilita il contatto fra domanda e offerta con capretti nati, allevati e macellati nelle valli bergamasche.
1 Aprile 2020

L'associazione Festival del pastoralismo di Bergamo intende in qualche modo dare un contributo nell'emergenza che accomuna la città e le valli. In piena sintonia con la sua mission: “La città incontra la montagna”  ha pertanto lanciato, in piena collaborazione con tutti i soggetti che stanno promuovendo forme di distribuzione alimentare a domicilio, la campagna “Pasqua in casa… ma nella tradizione”.

Per molti la tradizione del pranzo pasquale prevede il capretto nostrano con la polenta (meglio se di mais antichi bergamaschi). Ma non sarà facile, almeno per molti, poter reperire la materia prima. 

“Con una difficoltà speculare si stanno confrontando i produttori, gli allevatori di capre da latte delle valli. Così – fanno sapere dall'associazione del Festival del pastoralismo – abbiamo pensato di facilitare il contatto tra una domanda e una offerta che fanno fatica a incontrarsi, quest'anno ancora di più. I capretti che saranno messi in vendita dalle ditte che aderiscono al servizio di spesa a domicilio e da quelle della ristorazione take away saranno tutti nati, allevati e macellati nelle valli bergamasche”.

I prezzi saranno concordati tra le parti. Una parte dei capretti sarà donata all'ospedale degli alpini. Nei prossimi giorni verranno comunicati gli esercizi della città e della provincia aderenti. Per ogni info [email protected]  3282162812 WhatsApp

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