Test sierologici, boom di adesioni alla Clinica Quarenghi di San Pellegrino

Sono state 150 su 152 le persone che hanno aderito ad effettuare i test sierologici in Valle Brembana, dopo essere contattate e convocate da Ats Bergamo e che si sono presentati presso la Clinica Quarenghi di San Pellegrino.
5 Maggio 2020

Sono state 150 su 152 le persone che hanno aderito ad effettuare i test sierologici in Valle Brembana, dopo essere contattate e convocate da Ats Bergamo. I cittadini si sono presentati nella giornata di ieri, 4 maggio, presso la Clinica Quarenghi di San Pellegrino Terme dove, dalle 9:30 alle 14, si sono sottoposti al prelievo del sangue necessario per l'indagine epidemiologica avviata da Regione Lombardia e che mostrerà se l'individuo ha sviluppato gli anticorpi in caso di contagio passato da coronavirus.

In fila e ben distanziati nel giardino della Clinica, particolarmente adatta ad evitare l'affollamento dei corridoi, i cittadini hanno atteso il loro turno alla presenza della direttrice Michèle Quarenghi. I 150 che hanno accettato di sottoporsi al test arrivano da diversi paesi della Valle Brembana: Algua, Bracca, Cornalba, Costa Serina, Dossena, Oltre il Colle, San Pellegrino Terme, Sedrina, Ubiale-Clanezzo, Val Brembilla e Zogno. Altre ulteriori 50 persone sono state convocate per la mattinata di oggi, 5 maggio.

Diverse le situazioni individuate dai medici e da Ats per effettuare il prelievo. La prima a presentarsi è stata Michela Pernici, 41 anni residente a Zogno, che sulle pagine dell'Eco di Bergamo ha raccontato: “C'è stato un periodo che ho avuto febbre e dolori a reni e articolari. Sintomi che potrebbero essere ricondotti al Covid. Così, tramite il medico, sono stata contattata per il test”. Molti di loro non hanno potuto mai verificare la positività al contagio, come Claudia Fogliata – 54 anni di Brembilla. “Ho avuto febbre ma non avevo fatto alcun tampone. Il test mi servirà per capire se non stata colpita o no, a mia tutela ma anche delle persone che mi sono vicine”.

Fra i testati c'è anche chi lavora a contatto con le fasce più deboli, come Orlando Arnez Bortolini, 42 anni di San Pellegrino. “Lavoro con gli anziani per la Cooperativa “In Cammino” – ha raccontato – Non ho mai avuto particolari sintomi ma la categoria con cui sono stato a contatto è a rischio, da qui il test”. A presentarsi anche don Luciano Epis, viceparroco di Zogno, Comune che più fra tutti ha subito gli effetti devastanti del contagio. “Ora la situazione è tornata tranquilla – ha spiegato – Ma occorre stare ugualmente all'erta. Abbiamo trascorso un periodo veramente tragico, ancora oggi la gente è spaventata e teme a uscire, purtroppo non sarà più come prima. Quanto successo ha lasciato veramente il segno”.

Fra i più giovani ad essere sottoposti a test sierologico c'è Matteo Pesenti, appena 18 anni residente a Zogno. “Mio padre è soccorritore in ambulanza e ha riscontrato alcuni sintomi – ha spiegato – Mentre io sono volontario di Protezione civile, quindi entrambi siamo stati a contatto con i malati”. Matteo frequenta l'ultimo anno dell'istituto Natta di Bergamo. “In questo periodo sto seguendo lezioni a distanza – ha aggiunto – Quest'anno ho la maturità e purtroppo per la scuola questa situazione è stata tragica”.

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