Testo scritto da Beatrice Bonzi e Letizia Nina Cattaneo dell’Istituto Turoldo di Zogno nell’ambito del progetto La Voce “Giovane” delle Valli.
Il 2 giugno è la giornata celebrativa della nascita della Repubblica. Il 2 giugno 1946 si svolse, infatti, il referendum sulla forma istituzionale dello Stato. Venne chiamata a votare l’intera popolazione italiana, tra cui gli abitanti della provincia di Bergamo, con un’affluenza intorno al 90%. I bergamaschi espressero una preferenza monarchica (167.443 voti) piuttosto che repubblicana (162.535), marcando un divario tra le valli, fedeli alla Corona dei Savoia, e la città. Probabilmente fu incisiva per Bergamo nelle votazioni anche la mancata presa di posizione da parte dei rappresentanti della Chiesa Cattolica, i quali si dichiararono neutrali purché la popolazione scegliesse di votare negli interessi della Democrazia cristiana.
Nei giorni antecedenti le votazioni del 1946 vennero creati ben 32 chilometri di propaganda murale, continuando comunque a ribadire la libertà di voto di ciascuno, come si può leggere nell’edizione dell’”Eco” di quel tempo. Inoltre, dal 2 al 4 giugno fu proibita la vendita di alcolici, evento che sottolinea la gravità e l’importanza di quelle votazioni, che avrebbero potuto portare ad un sostanziale cambiamento nella vita di ciascuno.
A causa della guerra le reti di trasmissione telefonica erano ancora danneggiate, perciò la notizia della vittoria repubblicana arrivò alla Città dei Mille solamente alle 18 del 5 giugno. L’avvocato Silvio Barbieri, capo della delegazione monarchica di Bergamo, si limitò a congratularsi con gli avversari politici e stringere loro la mano, mentre il 7 giugno si tenne la celebrazione alla Torre dei Caduti della Città.
Quanto fu deciso il 2 giugno fu decisivo per le sorti italiane. Fu questo il periodo in cui libertà e progresso si andarono diffondendo nella Penisola: furono cancellate le “leggi fascistissime”, colpevoli della cancellazione di tutti i partiti all’infuori di quello fascista, dello scioglimento dei sindacati socialisti e cattolici, della soppressione della libertà di stampa, e della trasformazione del Regno d’Italia in uno stato autoritario. Risorsero le organizzazioni politiche e sindacali, i giornali si moltiplicarono con la creazione di nuove testate e le associazioni culturali ripresero vita.
Le votazioni del 2 giugno 1946 avevano anche la finalità di eleggere un’Assemblea Costituente, organo legislativo elettivo preposto alla stesura di una Costituzione per la Repubblica. Alla fine dei lavori, nel 1948, entrò in vigore la Costituzione Italiana nella sua forma originaria. L’occasione del referendum fu molto importante anche perché segnò la prima votazione a suffragio universale in Italia, ovvero la possibilità anche per le donne di andare a votare e di essere votate.
Nonostante tutti i traguardi raggiunti, ad oggi in molti sottovalutano l’importanza della Festa, oppure non ne conoscono le conseguenze. Ma come si festeggia il 2 giugno nella Città dei Mille ai giorni nostri? La giornata è celebrata da svariate cerimonie; anche quest’anno a Bergamo, come nel 2022, grazie all’organizzazione del prefetto Giuseppe Florenza, avrà luogo alle ore 10, in piazza Vittorio Veneto, la consegna di 15 onorificenze «Al Merito» oltre a 5 medaglie d’onore, delle 165 concesse, a familiari di cittadini deportati nei Lager nazisti durante la guerra. Nel centro città verrà schierato un reparto di formazione composto da una rappresentanza di Forze e Corpi armati e Civili dello Stato, che renderanno gli onori alla massima autorità di governo, con la cerimonia dell’alzabandiera e la lettura del messaggio del Capo dello Stato, Sergio Mattarella.
Insomma, Bergamo è stata una delle poche città del Nord Italia che il 2 giugno del 1946 ha votato con una maggioranza favorevole del regime monarchico, ma, nonostante il cambio di direzione, ha saputo adattarsi alla nuova forma di governo, la Repubblica, e ogni anno non manca di dimostrare ai cittadini il sostegno e il fervore che nutre per essa.