Il big match di Bergamo va al Napoli, l’Atalanta cade per 2 reti a 1 dopo una partita ben giocata nel complesso, in cui forse è mancato quel guizzo in più per strappare il pareggio alla squadra di Spalletti, cinica nel portare via tre punti con una mezzora di fuoco. Nella Dea è fuori Muriel, infortunio per il colombiano, confermata allora la formazione vittoriosa a Empoli, ma è Pasalic e non Ederson il trequartista dietro a Lookman e Hojlund, Toloi-Demiral-Scalvini il trio difensivo, solo panchina per De Roon. Il Napoli invece perde Kvaratskhelia, il tridente di attacco vede allora Lozano ed Elmas (preferito a Raspadori) larghi a supporto di Osimhen, Olivera e Di Lorenzo i terzini.
Il primo quarto d’ora del match è a grande prevalenza nerazzurra: al 4’ Lookman scappa via in velocità e serve in mezzo per Hojlund, il danese non è preciso e di prima calcia sulla gamba di Meret. Le squadre sono schierate con grande senso della posizione e serve un episodio per sbloccarla. Al quindicesimo minuto, corner dalla destra per la Dea. Il pallone piove nell’area piccola ma nessuno riesce a spingerlo in porta. Mariani, però, viene richiamato al VAR per un tocco di braccio di Osimhen. L’ex Lille ha effettivamente toccato il pallone e, dopo la revisione, l’arbitro assegna un evidente rigore. Dal dischetto Lookman prende una rincorsa di due passi, apre il destro e toglie la ragnatela dall’incrocio con un penalty perfetto, sesto gol per l’ex Lipsia e vantaggio atalantino.
Gli ospiti si scuotono immediatamente. Corner per i partenopei, Zielinski riceve dalla lunetta e ha tutto il tempo di pennellare un cross dalla sinistra, Osimhen in area svetta più alto di tutti e batte un incolpevole Musso. Pareggio che dà animo al Napoli, l’Atalanta accusa il colpo e perde un po’ i riferimenti in mezzo al campo. Al 35’, Anguissa va via a un distratto Ederson ed imbuca per Osimhen, il nigeriano vince un rimpallo con Demiral e crossa basso al centro. L’unico uomo in area è Elmas, ma Hateboer se lo perde e il numero 7 può controllare prima mettere in porta col mancino, nonostante l’intervento in extremis del 33 olandese. Doccia fredda per gli orobici e vantaggio degli azzurri, bravi e fortunati a sfruttare le falle difensive della retroguardia avversaria. Prima dell’intervallo, all’Atalanta non riesce la contro-reazione, l’unica chance è per Hateboer su cross dalla sinistra di Scalvini, ma la conclusione ravvicinata è murata dai difensori.
La seconda frazione vede una Dea logicamente più aggressiva, merito anche dell’inversione Ederson-Pasalic che porta il brasiliano più vicino agli attaccanti. Occasione prima per Hateboer su invito di Maehle, poi il danese semina il panico sulla sinistra ed entra in area concludendo con la punta, Meret respinge, il tap-in di Lookman trova prima il volto di un difensore napoletano, poi la traversa. Atalanta sfortunatissima.
Gasperini si gioca le carte di Zapata e Malinovsky per Hojlund e Pasalic, ma entrambi i cambi non riescono a dare la svolta. Anzi, a 10’ dal termine è il Napoli vicino al gol col tiro da fuori del subentrato Simeone, sfera a lato di poco. Prima della fine c’è tempo solo per una conclusione debole di Malinovsky e per un corner assurdamente non dato da Mariani, che poi ammonisce per proteste tre giocatori orobici dopo aver risparmiato il giallo a Osimhen in più occasione.
La partita finisce con il tiro promettente tiro di Maehle deviato fuori da Scalvini, emblema di una partita giocata bene, in cui la sfortuna ha avuto la meglio, insieme alla grande organizzazione napoletana e a due errori difensivi, specie il secondo, che contro una grande squadra si pagano cari. Non sono mancati i segnali incoraggianti, tutti da portare al Via del Mare per la partita di Serie A di Lecce di mercoledì 9. La Dea dovrà dimostrare ancora di sapersi rialzare.