Gli agricoltori bergamaschi temono la siccità: riserve idriche in difficoltà, -75% il bacino del Brembo

Con le riserve idriche che mediamente fanno segnare un – 65%, gli agricoltori bergamaschi temono lo spettro della siccità, una situazione che interessa tutto il territorio lombardo.
1 Febbraio 2022

Con le riserve idriche che mediamente fanno segnare un – 65%, gli agricoltori bergamaschi temono lo spettro della siccità, una situazione che interessa tutto il territorio lombardo.

Il livello idrometrico del fiume Po al Ponte della Becca (Pavia) è sceso a -3 metri, più basso che a Ferragosto ed è rappresentativo della situazione di sofferenza in cui versano tutti i principali corsi d’acqua al Nord. Il lago d’Iseo ha una percentuale di riempimento del 19% e anche lo stato delle riserve idriche è preoccupante, con i bacini di riferimento per l’agricoltura bergamasca che, rispetto alla media del periodo 2006-2020, fanno segnare un calo importante: – 75% per il bacino del Brembo, -59 % per il bacino del Serio e -61% per il bacino dell’Oglio. (Analisi di Coldiretti Bergamo sull’ultimo bollettino ARPA Lombardia).

La mancanza di acqua e neve desta preoccupazione – spiega Coldiretti Bergamo – soprattutto in vista delle prossime semine. Anche le colture in campo avranno bisogno di acqua per crescere al risveglio vegetativo favorito da un inverno mite.

“Speriamo che si verifichi un’inversione di tendenza – dice il direttore di Coldiretti Bergamo Carlo Loffreda – altrimenti andremo sicuramente incontro a grosse difficoltà. La siccità purtroppo è causa di danni rilevanti, sia per quanto riguarda la quantità sia la qualità dei raccolti”.

Coldiretti sottolinea che i cambiamenti climatici hanno modificato soprattutto la distribuzione sia stagionale sia geografica delle precipitazioni anche se l’Italia resta un Paese piovoso con circa 300 miliardi di metri cubi d’acqua che cadono annualmente dei quali purtroppo appena l’11% viene trattenuto.

Nella nostra provincia – evidenzia Coldiretti Bergamo – possiamo contare sulla positiva esperienza della cava Moschetta di Pontirolo Nuovo, un bacino che si estende su una superficie di 380.000 mq, per un volume totale di circa 5,5 milioni di metri cubi di acqua, che consente di andare in soccorso alle rogge di Treviglio quando è necessario. Si tratta di un esempio concreto del progetto sostenuto da Coldiretti nazionale e ANBI.

Infatti per risparmiare l’acqua, aumentare la capacità di irrigazione e incrementare la disponibilità di cibo per le famiglie è stato elaborato e proposto da Coldiretti insieme ad Anbi un progetto concreto immediatamente cantierabile nel PNRR. Un intervento strutturale reso necessario dai cambiamenti climatici caratterizzati dall’alternarsi di precipitazioni violente a lunghi periodi di assenza di acqua, lungo tutto il territorio nazionale. Il progetto prevede la realizzazione di una rete di piccoli invasi con basso impatto paesaggistico e diffusi sul territorio, privilegiando il completamento e il recupero di strutture già presenti, progettualità già avviata e da avviarsi con procedure autorizzative non complesse, in modo da instradare velocemente il progetto e ottimizzare i risultati finali. L’idea è di “costruire” senza uso di cemento per ridurre l’impatto ambientale laghetti in equilibrio con i territori, che conservano l’acqua per distribuirla in modo razionale ai cittadini, all’industria e all’agricoltura, con una ricaduta importante sull’ambiente e sull’occupazione.

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