Istituto S.Pellegrino e ABF S.Giovanni, pratica di lingua straniera fra studenti delle due scuole

 Il progetto “Comunicazione verbale, non verbale, digitale nel settore vendita dei servizi”, ha visto come protagonisti gli studenti dell’Istituto Superiore San Pellegrino del settore di Hospitality e Management che hanno accolto le studentesse di “Estetica” dell’ABF- CFP di San Giovanni Bianco.
18 Marzo 2022

Si è concluso sabato 12 marzo presso l’Istituto Superiore di San Pellegrino, il primo percorso sviluppato all’interno del Patto Educativo di Comunità (un’alleanza fra scuole e istituzioni per contrastare la povertà educativa), e che è stato progettato insieme dall’ABF di San Giovanni Bianco e dallo stesso Istituto di San Pellegrino. Il progetto “Comunicazione verbale, non verbale, digitale nel settore vendita dei servizi”, ha visto come protagonisti gli studenti dell’Istituto Superiore San Pellegrino del settore di Hospitality e Management che hanno accolto le studentesse di “Estetica” dell’ABF- CFP di San Giovanni Bianco.

“Al centro dell’iniziativa c’è stato lo scambio di competenze “Peer to peer” per la comunicazione anche in lingua straniera”, spiega la professoressa Giuseppina Arzuffi promotrice dell’attività e docente di accoglienza turistica. “La volta precedente, i nostri studenti sono stati ospiti presso il Centro di Formazione Professionale, coccolati con servizi di manicure e acconciature estremamente importanti per chi rimane a contatto con gli ospiti molte ore.”

La classe di estetica, accompagnata dalla loro insegnante Laura Alba Elitropi, per tutto l’orario scolastico, si è unita alla comunità di pratica di comunicazione in lingua italiana-inglese-francese-tedesca capitanata dalla Prof.ssa Massimiliana Locatelli coadiuvata dai docenti di lingua Gretel Tagliarini, Luca Cisana e Chiara Losapio. Per essere più efficace in un tempo limitato su un argomento così vasto, la professoressa Locatelli ha cercato di valorizzare gli strumenti chiave dell’accoglienza tra cui: la gentilezza, la disponibilità all’ascolto, la consapevolezza sia dell’immagine che del tono della voce, oltre che del contenuto il linguaggio del corpo, non sforzarsi di fare upselling a tutti i costi.

“L’Up-selling è una tecnica di vendita con la quale si incentiva il cliente all’acquisto di una quantità di prodotto maggiore rispetto a quanto inizialmente richiesto”, spiega la professoressa Locatelli, “che viene usato anche per indicare la pratica con la quale il venditore consiglia al cliente l’acquisto di un prodotto di maggior valore rispetto a quanto già acquistato. E una pratica molto utilizzata quando si vendono prodotti commerciali ma bisogna stare attenti a non infastidire il cliente”.

Ma l’attenzione non si è soffermata solo su questo, si sono anche presi in considerazione altri strumenti di marketing per creare la giusta atmosfera quali il profumo dell’ambiente, le luci, i colori e i suoni che inducono al coinvolgimento emotivo del cliente. L’evento è stato seguito da due operatori (Clara Bonaiti e Cristiana Oldrati) che hanno utilizzato il linguaggio digitale per far arrivare ai fruitori il messaggio attraverso la crossmedialità.

L’incontro è terminato con le attività di simulazione di situazioni operative di tipo alberghiero gestite in lingua straniera per sottolineare l’importanza non solo della comunicazione verbale ma anche di quegli atteggiamenti che con il nostro corpo adottiamo quando ci relazioniamo con gli altri.

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