Nuovo appuntamento con la rubrica Salute & Benessere a cura delle professioniste de “L’Alveare” di Zogno, centro polispecialistico in via Antonio Locatelli 55
La costruzione delle prime relazioni
Fin dalla nascita i bambini stabiliscono diversi tipi di relazione, con partner differenti: mamma, papà, nonni, fratelli, coetanei, insegnanti e così via. Quando parliamo di relazione, ciò che possiamo osservare sono delle interazioni, intese come il comportamento di individui che partecipano insieme a delle attività. Questo però non basta poiché le interazioni non sono sufficienti a costituire una relazione in quanto devono esserci altre caratteristiche importanti come la fedeltà, il coinvolgimento. La prima forma di relazione, solitamente, avviene con la madre per poi allargarsi ai componenti della cerchia familiare ed extra familiare.
Per differenziare il rapporto con gli adulti da quello con coetanei, abitualmente si fa riferimento alla struttura verticale ed orizzontale: la relazione verticale con gli adulti è caratterizzata dalla cura, dalla protezione, mentre quella orizzontale è caratterizzata dalla reciprocità, luogo di negoziazione, di conflitto e di cooperazione. Per costruire delle relazioni e quindi diventare competente sul piano sociale, il bambino deve oltre che adottare un’efficace strategia comunicativa, essere un grado di comprendere gli altri; deve quindi tenere conto che, come se stesso, anche le altre persone sono dotate di pensieri, emozioni, intenzioni, valori sociali. Non è chiaro se la coscienza di sé appaia prima o dopo di quella degli altri ma, ciò che è stato osservato è che la comprensione sociale subisce un’importante svolta nel momento in cui il bambino sviluppa la distinzione tra sé e gli altri.
Lungo la strada dell’amicizia
Bianca ha due anni e si trova al parco con la mamma. Poco lontano Riccardo scende dallo scivolo e risale immediatamente la scaletta. Bianca e Riccardo si conoscono poco. Dopo qualche insicurezza e i sorrisi di Riccardo anche Bianca decide di fare qualche scivolata e giocare insieme fino al tardo pomeriggio. Quella tra Bianca e Riccardo non è possibile definirla una relazione di amicizia ma sicuramente potrebbe essere buon terreno per coltivarla. I bambini, fin da piccolissimi, mostrano la volontà di interagire con gli altri, mettendo in moto tutte le loro abilità comunicative. Il grande passo dalla comunicazione non verbale a quella verbale aiuta i piccoli ad esprimere desideri ed aspettative.
Già dai 2-3 anni i bambini si mostrano attratti dai loro coetanei nonostante a volte, sia per loro faticoso lasciare ‘la base sicura’ per lanciarsi in una nuova avventura. In questa fase i bambini possono scegliere se rivolgersi agli adulti o ai coetanei, cominciando ad interagire con questi ultimi in modo sempre più frequente. È chiaro che l’importanza dell’adulto riveste un ruolo fondamentale lungo il percorso di crescita del bambino anche se ne tempo, potrebbe decrescere, come durante il periodo adolescenziale quando i coetanei diventano sostegno affettivo di pari importanza. Nel periodo prescolare prendono piede le attività di gruppo: generalmente nei gruppi di pari si vengono via via strutturando insiemi di regole, di interazione e di significati condivisi informalmente.
Spesso altresì si evidenziano suddivisioni spontanee in base alle differenze di genere, con fenomeni di inclusione ed esclusione piuttosto rigidi. È durante l’infanzia che si osservano relazioni sempre più selettive sulla base dell’affinità, della comunanza di interessi e di attività. Le relazioni con i coetanei durante questo periodo andranno a mettere le basi per quelle che nasceranno nella fase della preadolescenza e dell’adolescenza, periodo nel quel esse assumono uno specifico valore come stimolo al confronto e come fonte di sostegno e supporto all’autostima. Ma quando parlare di amicizia? Alcuni studi hanno messo in evidenza che intorno ai 2-3 anni i bambini manifestano simpatie ed antipatie verso gli altri, svolgono attività comuni e sono capaci di instaurare un rapporto selettivo stabile. Via via crescendo iniziano a distinguere più nettamente all’interno del gruppo gli amici dai compagni. Già in età prescolare i bambini sono inoltre in grado di mettere in atto strategie di risoluzione dei conflitti adottando compromessi e riconciliazioni, dimostrando come l’amicizia rappresenti una forte spinta alla collaborazione.
Il ruolo dei caregiver
In quale modo chi si prende cura del bambino potrebbe favorire l’instaurarsi di relazioni amicali? Sicuramente potrebbe risultare utile favorire momenti di socialità, ma ‘a misura’ di bambino: le
relazioni, in particolare quelle amicali, non nascono e prendono vita se qualcuno ci obbliga a farlo. Sarebbe inoltre importante lasciare che i bambini gestiscano da soli il rapporto con i pari e che gli adulti intervenissero il meno possibile, osservando ‘da lontano’ i loro cuccioli.
Articolo a cura di: GIULIETTA PAROLO PEDAGOGISTA
Presso il Centro Polispecialistico L’Alveare di Zogno svolge attività di consulenza pedagogica nell’ambito del sostegno alla genitorialità e all’educazione allo studio di bambini e adolescenti.
È docente e DSA Homework Tutor. Svolge inoltre attività educative e pedagogiche per potenziare abilità di bambini e ragazzi con difficoltà scolastiche e con bisogni educativi speciali.