L’Atalanta domina, la Juve vince, ma è forma Champions

Un risultato bugiardo, quasi assurdo rispetto all'andamento della gara, che vede la Juventus battere 3-1 un'Atalanta autrice di un'ottima prestazione che lascia ben sperare in chiave Champions.
23 Novembre 2019

Un risultato bugiardo, quasi assurdo rispetto all'andamento della gara, che vede la Juventus battere 3-1 un'Atalanta autrice di un'ottima prestazione che lascia ben sperare in chiave Champions. In partenza Gasperini fa di necessità virtù e schiera Barrow quale terminale offensivo dell'undici iniziale, a causa delle assenze forzate di Zapata (non convocato e fuori da piú di in mese), Ilicic e Malinowskyi (squalificati). A supporto ci sono Gomez e Pasalic, mentre per il resto i neroazzurri schierano retroguardia e centrocampo delle ultime settimane. Al via dunque Atalanta con Gollini, Toloi, Palomino, Djimsiti, Hateboer, de Roon, Freuler, Gosens, Pasalic, Gomez, Barrow.Sarri, privo di Ronaldo, risponde con Szczesny, Cuadrado, Bonucci, De Ligt, De Sciglio, Khedira, Pjanic, Bernardeschi, Betancur, Dybala, Higuain.

La partita, nonostante il terreno pesante, è intensa e vibrante (ben tre ammoniti per parte, sei in tutto) e la Juve si mostra decisa a verticalizzare dalla tre quarti. Su una di queste imbeccante Higuain scatta sul filo del fuorigioco ed è fermato da Gollini in uscita strepitosa. L'Atalanta privilegia le fasce, soprattutto quella sinistra, dove la catena fra Goosens e Gomez (con il supporto di un Freuler finalmente in palla) risulta devastante per Cuadrado e Khedira, soesso necessariamente supportati dall'esperienza di un ottimo Bonucci. Al 17', proprio sulla sinistra, arriva un chiaro rigore per l'Atalanta, per mani di Khedira su cross di Gomez. Il bel tiro di Barrow dal dischetto si stampa sulla traversa e Pasalic manda fuori di testa il difficile tap in. Lo stesso Pasalic è protagonista poco piú tardi di un perfetto colpo di testa che ha molti ha ricordato quello felice con il Manchester. Questa volta sulla sua strada c'è Szczesny che para miracolosamente a un centimetro dal palo.

L'Atalanta non demorde, chiude e riparte con sicurezza da dietro (prudente De Roon, spregiudicato Toloi) e sfiora di nuovo il vantaggio con Hateboer che tira a porta vuota dopo deviazione di Szczesny ma incoccia nella scivolata disperata di De Liegt e De Sciglio. In aperrura di secondo tempo l'Atalanta preme di nuovo sull'acceleratore e sotto la Nord passa in vantaggio. Il merito è tutto di Barrow che con uno spunto sulla destra decide di scrollarsi di dosso i rimorsi per il rigore e scodella di precisione per Goosens sul palo opposto che schiaccia in rete. Un vantaggio meritatissimo, suggellato da una standing ovation per Barrow poco dopo sostituto da Muriel. Il neo entrato manca di poco il raddoppio per un intervento disperato di De Liegt che intercetta il passaggio di Gomez ormai letale.

C'è anche il dubbio VAR per un gomito alto di Emre Can (subentrato a Khedira) che Rocchi non punisce col rigore dopo consulto VAR. La Juve barcolla ma non molla e ci mette il mestiere e la classe dei suoi solisti. Higuain ribalta la partita con uno uno-due micidiale, frutto di una pressione poco elegante ma effucace, che porta densità nell'area atalantina. Entra anche Traoré per tentare la risalita, Castagne subentrato a Goosens prova un paio di affondi, ma alla fine arriva la sentenza di Dybala in contropiede, che chiude sul primo palo una prestazione volitiva e a tratti rabbiosa. Finisce 3-1 con giustificati rimpianti, ma anche la certezza cge i neroazzurri possono giocarsela con chiunque. A cominciare da martedí 26 novembre quando a San Siro arriverà la Dinamo Zagabria per la madre di tutte le battaglie e, soprattutto, per tenere aperto il sogno d'Europa.

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