Seconde case vuote? A Fuipiano Imagna il sindaco propone l’albergo diffuso

A Fuipiano Valle Imagna la proposta del sindaco, Luigi Diego Eléna, che invita i suoi cittadini a ragionare sulla creazione di un albergo diffuso per far funzionare le seconde case del paese poco utilizzate.
1 Luglio 2023

Con la trasformazione del turismo in Valle Imagna (ma lo stesso vale per le altre valli bergamasche) – maggior numero di turisti rispetto al passato, ma con permanenze più ridotte – tante seconde case restano vuote per diverso tempo.

E così a Fuipiano Valle Imagna arriva la proposta del sindaco, Luigi Diego Eléna, che invita i suoi cittadini a ragionare sulla creazione di un albergo diffuso per far funzionare gli appartamenti e le case del paese altrimenti poco utilizzati, costituendo una cooperativa che lo possa gestire. Nei prossimi giorni – fa sapere il primo cittadino – verrà organizzato un incontro pubblico per discuterne.

“Molte “seconde case” del nostro Comune di montagna sono ormai poco fruite – spiega in una nota il sindaco -. Sono un costo per i proprietari. La loro salvezza sta nel trasformarle in albergo diffuso. Darebbero un reddito ai proprietari e la possibilità di creare cooperative di lavoro locali per gestirle, oltreché agli albergatori. Creando una simbiosi di reddito. Sarebbero una opportunità di sviluppo turistico già a portata di business: proprietà, cooperativa, albergatori e turista. Un poker da Carpe Diem”.

Senza guardare troppo lontano. La soluzione proposta dal sindaco vede un precedente virtuoso e ben funzionante a Ornica, dove l’albergo diffuso è nato nel 2009, costituito da un gruppo di donne di Ornica (cooperativa Donne di Montagna) con 5 appartamenti vuoti e l’unico ristorante del paese, dando una importante scossa al borgo dell’alta Valle Brembana. Era il primo esempio di albergo diffuso in Lombardia.

Nessuna delle donne coinvolte aveva esperienza nel campo dell’accoglienza e del turimo, eppure il progetto ha avuto un grande successo e ora i clienti arrivano da tutta Europa. A gennaio persino le telecamere della RAI sono salite per documentare questa storia (vedi qua).

Foto: Piero Gritti

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