Game, set, match: l'Atalanta gioca un derby in stile tennistico e si conferma grande, con dieci vittorie (e un pareggio) nelle ultime undici partite. Finisce 6-2, un punteggio rotondo che non ammette repliche e scrive due verdetti cui manca solo il sigillo dell'ufficialità: Atalanta qualificata per la Champions (se la Roma non vince con il Verona sarà matematico) e Brescia in serie B.
Gasperini opta per il necessario turn over e rispetto ai “titolarissimi” scesi in campo dal primo minuto a Torino ci sono parecchie novità. Innanzitutto Sportiello in porta poi Caldara e Sutalo in difesa con Djimsiti, Tamezé a metà campo al posto di Freuler, Gosens in fascia sinistra con Castagne a destra e Hateboer in panchina, Pasalic e Malinovskyi a sostegno di Zapata.
Fuori Muriel, per la caduta domestica che ha procurato più spavento che danni ed Ilicic, bloccato all'ultimo. Nel Brescia oltre al portiere Joronen ed al terzino Cistana, Diego Lopez deve fare a meno anche della “stella” Tonali. Pronti via e dopo due minuti l'Atalanta è già in vantaggio, grazie a Pasalic che penetra in area con facile triangolazione e fulmina il portiere bresciano con un preciso fendente a fil di palo. L'impressione, forse anche fra i giocatori in campo, è quella dell'inizio di un monologo, ma l'Atalanta non vuole smentire la tradizione del primo quarto d'ora “folle” e subisce due offensive pericolose di Torregrossa, complici vistose indecisioni di Caldara.
Sulla prima salva Sportiello in uscita disperata, sulla seconda arriva il gol del pareggio. Per qualche minuto serpeggia l'incertezza fra le fila nerazzurre. Gasperini alza il tono dalla panchina, mentre in campo a dettare ritmo e spirito di squadra è un sontuoso Marten De Roon. Fra il 25' ed il 30' la sgasata è evidente.
Prima il 2-1 dell'olandese con veloce triangolazione sulla sinistra, poi un'apertura dello stesso De Roon che taglia il centrocampo bresciano e porta Malinovsyj al siluro dal limite, di rara potenza e precisione. Un 3-1 che ristabilisce le gerarchie ed apre le porte al poker di Zapata, in.tuffo di testa su cross di Gosens. Dietro (in primis Caldara e Sutalo) si lavora per migliorare con più tranquillità e si va al riposo in surplace. Nella ripresa subito dentro Colley al posto di Zapata e poi “all in” delle seconde linee con gli ingressi di Bellanova, Czyborra, Piccoli ed il portiere Rossi.
In mezzo altre due reti di Mario Pasalic (9 in stagione) con la difesa bresciana che si scioglie come burro. Onor di firma finale per Spalek chevsigla il 6-2 dopo un'incertezza a metà campo di Tamezé. Il resto non è noia, semplicemente gloria.