Un’Atalanta irriconoscibile cade a Lecce per 2 a 1, contro i salentini volitivi ma tutt’altro che irresistibili, la Dea soccombe al termine di una prestazione a dir poco pallida, condita da una marea di errori tecnici ma non solo, a cominciare dalla formazione.
A parte Muriel e Zappacosta, gli orobici si presentano al completo delle forze: rientra anche Palomino, assolto dall’infamante accusa di doping. Gasperini opta però per un ampissimo turnover, a partire dalla porta, difesa da Sportiello. Davanti a lui una difesa composta da Okoli, Djimsiti e Ruggeri, centrocampo con Ederson e De Roon centrali, ai lati Zortea e Soppy. Sulla trequarti ci sono Malinovsky e Pasalic a sostegno di Zapata, tornato titolare. Il Lecce risponde con un tridente Strefezza-Di Francesco-Colombo, Gallo e Gendrey i terzini, Pongracic insieme a Baschirotto a guardia di Falcone.
Non è un inizio positivo per la Dea, perché passati i primissimi minuti si nota la grande fatica nel creare gioco, con la costruzione dal basso molto difficoltosa. Il piano partita sembrerebbe quello di cercare Malinovsky, l’ucraino dovrebbe poi imbucare per Zapata o Pasalic, in modo da scardinare in verticale la difesa salentina. Il piano gara in effetti esce un paio di volte, ma non produce risultati, mentre la squadra si allunga e fatica a trovare le geometrie. Al 28’ Di Francesco entra in area, Soppy in scivolata per poco non fa autorete, dal corner successivo Gonzalez fa la sponda, la difesa orobica è immobile e Baschirotto segna. È un colpo soprattutto a livello psicologico. Sull’azione del calcio d’inizio seguente, Okoli si addormenta sulla pressione di Di Francesco, l’11 entra in area, salta Sportiello e raddoppia per il Lecce, decisamente galvanizzato da un pessimo atteggiamento orobico.
Gli ospiti provano a riscuotersi, a 5 dalla fine del primo tempo Malinovsky trova la traccia centrale per Zapata, il colombiano si presenta davanti a Falcone e col mancino riapre i giochi. Primo gol in campionato per lui, ma l’Atalanta deve stare attenta soprattutto alla concentrazione. Sportiello manovra la palla fuori area e serve un passaggio troppo moscio a Djimsiti, la retroguardia rimedia. Prima dell’intervallo, c’è tempo solo per una conclusione centrale di Malinovsky, ma è chiaro che si tratta di 45 minuti insufficienti, soprattutto nell’atteggiamento di alcuni.
Ci si aspetterebbe un secondo tempo arrembante, invece gli ospiti faticano ancora a trovare azioni offensive, nonostante l’ingresso di Maehle e Koopmeiners. Anzi è il Lecce che inizia con atteggiamento migliore, poi i bergamaschi ci provano su corner con Okoli, Falcone vola a toglierle dall’angolo. Entra anche Lookman, ma non cambia la sostanza di una brutta partita bergamasca: ci sarebbe anche l’occasione del pareggio, ma Koopmeiners tutto solo si divora una gran palla in verticale di Zortea. L’Atalanta finisce con quattro attaccanti in campo, ma senza riuscire a trovare un forcing finale. Pessima scelta di formazione da parte di Gasperini, che sottovaluta troppo l’avversario: turnover insensato, anche in virtù del fatto che la prossima partita con l’Inter sarà l’ultima prima dei Mondiali. Malissimo anche alcune individualità, un centrocampo inesistente con Pasalic ed Ederson smarriti nel nulla.
Il prossimo appuntamento, come detto, è contro la squadra milanese nel lunch match di domenica 13: ultima chiamata per dimostrare che il Via del Mare è stato un incidente di percorso, anche se dovrà far riflettere.