A S.Pellegrino studenti da tutta Europa con il progetto Erasmus: “Che buono il vostro formaggio!”

Nella settimana fra il 22 e il 27 novembre è stato l'Istituto Superiore di San Pellegrino Terme ha accolto studenti provenienti da Polonia, Lituania e Grecia. Per loro il tema ruotava attorno al tema del benessere alimentare. Visite a San Pellegrino, caseificio di Branzi e Città Alta.
6 Dicembre 2021

Cinque Paesi, un unico progetto di condivisione e crescita che ha coinvolto anche gli studenti dell’Istituto Superiore di San Pellegrino. Si tratta del progetto Erasmus che ha visto come Stato capofila la Lituania e come Paesi partecipanti l’Italia, la Polonia, la Grecia e la Bulgareia. Un’iniziativa già svolta lo scorso anno e che questa volta coinvolge direttamente gli studenti della 4F dell’istituto sanpellegrinese, ma di fatto la scuola intera che ha la possibilità di accogliere gli alunni ed i loro insegnanti provenienti da Stati esteri.

Tema: Healty Body, Healty Mind, Healty Environment. Ovvero: mente sana in un corpo sano, circondate da un ambiente sano. Il primo step di questa esperienza si è svolto i primi giorno di ottobre, quando i ragazzi hanno avuto la possibilità di volare fino a Cracovia, in Polonia, insieme a tre docenti (Tagliarini, Arzuffi e Proietto), una responsabile amministrativa e la dirigente scolastica. “Abbiamo svolto tantissime attività in lingua inglese, tutte relative al tema del progetto – spiegano Anna, Nicole e Francesca, tre studentesse fra i 17 e i 18 anni che hanno partecipato – Abbiamo anche visitato la città, è stato molto bello, formativo e importante e ci ha dato l’opportunità di conoscere e confrontarci con una cultura diversa dalla nostra. Sicuramente è un’esperienza che ci servirà per il futuro. Abbiamo anche stretto amicizie che tuttora proseguono”.

Nella settimana fra il 22 e il 27 novembre è stato il turno dell’Istituto brembano di accogliere gli studenti provenienti da Polonia, Lituania e Grecia (più Bulgaria che, per motivi legati all’emergenza sanitaria, hanno frequentato le attività in classe collegandosi in videolezione). Per loro il tema ruotava attorno al tema del benessere, inteso però dal punto di vista alimentare. Di conseguenza, anche tutte le attività svolte hanno seguito lo stesso filone, pur rimanendo caratteristiche dei nostri territori. Un esempio è la visita presso un caseificio di Branzi, dove gli alunni hanno potuto assistere alla realizzazione del formaggio, e del panificio locale nel quale viene utilizzata una farina particolarmente sana. Non sono mancate le visite, a San Pellegrino Terme con la guida dei “Local Ambassadors” (a loro volta studenti dell’Istituto) e a Bergamo con la sua meravigliosa Città Alta.

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Inoltre, gli alunni hanno avuto la possibilità di diventare “sindaci per un giorno” presso il Municipio di San Pellegrino Terme. Ascoltando i racconti degli studenti stranieri, emerge che l’attività preferita è stata la visita al caseificio di Branzi. “Non c’ero mai stata – spiega Natalia, di 16 anni, che vive a CracoviaCredo sia stata un’esperienza davvero interessante. Abbiamo avuto la possibilità di annusarne il profumo dei formaggi e di assaggiarli: personalmente ne ho comprato anche un po’ da portare a casa per farlo provare alla mia famiglia. In generale trovo che questa esperienza Erasmus sia stata incredibile, la differenza dalla mia città natale è enorme. Abituata a vivere in spazi grandi, ho apprezzato i bellissimi viottoli che abbiamo attraversato con il bus. E poi gli italiani sono sempre sorridenti e si preoccupano per te, perciò non mi sono mai sentita sola”.

Steponas, 17 anni dalla Lituania, è invece rimasto affascinato dalle montagne. “Noi non le abbiamo, abito in pianura – spiega -. Anche io ho molto apprezzato la visita a Branzi, ho comprato il formaggio stagionato. La scuola è incredibilmente grande, almeno il doppio rispetto alla mia, e mi ha stupito vedere che sono proprio gli studenti a preparare il cibo. Una bellissima esperienza, sicuramente in futuro tornerò a fare visita all’Italia”. Katerina invece, 14 anni dalla Grecia, è una vera amante del nostro Paese e ci accoglie con qualche parolina in italiano. “Amo l’Italia e l’italiano – racconta – Questa è la mia prima volta all’estero ma, a parte l’aereo un po’ traballante, sono davvero felice. Io, al contrario, ho apprezzato moltissimo la visita a Bergamo e in Città Alta. Ciò che mi ha colpito di più sono i colori delle case: tutti variopinti, ti colpiscono. E ovviamente gli italiani: ho fatto amicizia con tantissime persone, tutti sono stati gentilissimi con me, a differenza degli amici in Grecia. Poi il posto è meraviglioso, ci sono le montagne e soprattutto del buon cibo. L’Italia mi dà un senso di libertà, di freschezza: non vedo l’ora di tornarci in futuro”.

Dietro a tutte queste testimonianze si cela il grande lavoro portato avanti dal personale scolastico per dare vita ad un progetto incredibile e unico, dove la condivisione diventa il motore di ogni cosa. “Non è stato semplice, c’è stato tanto lavoro da fare e una scuola intera da coinvolgere – spiega il prof. Federico Fontana, docente di Economia – L’atteggiamento dei ragazzi prima e dopo cambia in maniera radicale e la cosa incredibile è che nemmeno se ne rendono conto perché, confrontandosi con alunni esteri, si accorgono di avere tante cose in comune e si rispecchiano in loro. Questo li incuriosisce e stupisce al tempo stesso, attivando un processo di crescita personale e innestando un pensiero reale di integrazione e abbattimento degli stereotipi a favore dell’inclusione”. “Ormai la scuola è cambiata – aggiunge la professoressa Valeria ProiettoL’Istituto da diversi anni non solo l’ha capito, ma lo mette in pratica attraverso tante attività come questa. È la scuola delle competenze e i risultati non mancano. Siamo sulla giusta strada e la vogliamo percorrere facendo un grande lavoro di squadra, coinvolgendo in primis i ragazzi. Questo progetto ha rappresentato un percorso di crescita anche per noi, che abbiamo avuto la possibilità di confrontarci con i capigruppo delle altre nazioni. E così si apre un mondo dove non ci sono più “Stati”, ma persone. Dando così un senso reale al motto europeo; “United in diversity”, ovvero uniti nella diversità”.

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