Dea d’Europa, in Danimarca trionfo di qualità

Una vittoria senza sconti, frutto di una maturità tecnica ed agonistica che cancella la pausa di Napoli e i fantasmi di Zagabria 2019
21 Ottobre 2020

Una vittoria senza sconti, frutto di una maturità tecnica ed agonistica che cancella la pausa di Napoli e i fantasmi di Zagabria 2019. L'Atalanta trionfa per 4-0 nell'esordio danese contro il Midtyjlland e pone la propria candidatura per una nuova stagione europea da protagonista.

In apertura Gasperini opta per la soluzione più logica, preferendo Romero a Palomino in retroguardia ed inserendo Muriel nella trazione anteriore che gode della propulsione di Zapata e dell'onnipresente Gomez, sempre più leader indiscusso. Dopo una prima fase di studio e qualche velleità dei locali, l'Atalanta sale in cattedra in virtù di un tasso tecnico preponderante, nonostante pioggia battente e terreno pesante.

Lo squillo di carica arriva da Gosens che penetra a sinistra e sbaglia l'ultimo controllo in area, poi in rapida successione tocca a Zapata (palo in diagonale da destra e deviazione all'ultimo del portiere su tiro da sinistra) e Muriel, che sfiora il gol con punizione tagliente. Al 26' la svolta definitiva, con il gol del vantaggio firmato da Zapata. Il merito è però dei difensori, con Toloi che va al cross, Djimsiiti che si appresta alla rovesciata e Romero che lo brucia di testa per servire Zapata indisturbato.

Specialità della casa anche il 2-0 di Gomez, che finalizza con un sontuoso tiro dei suoi da fuori area un'azione imbastita da Freuler, Gosens e Zapata. Il 3-0 è firmato sottomisura da Muriel, dopo la respinta incerta del portiere Hansen su tiro di Zapata. Prima della fine del tempo anche Freuler ha modo di presentarsi solo come un orfano davanti ad Hansen, ma sbaglia clamorosamente.

Nella ripresa il ritmo cala, con l'Atalanta sorniona che gioca su cambi di velocità e passaggi in surplace. Gasperini gioca sui cambi , inserendo Ilicic e Pasalic al posto di Muriel e Gomez. Nulla cambia, anzi: i due nuovi entrati in rapida successione si presentano soli davanti ad Hansen  con il portiere danese che para sul croato e devia in extremis sulla traversa il tiro del Mago sloveno. Entrano anche Miranchuk, Pessina e Palomino per la “parata” corale di chiusura.

Su di essa arriva sontuosa la ciliegina del gol di Miranchuk per il 4-0 con un tiro dal limite di rara qualità. I neroazzurri ribaltano così il 4-0 d'esordio dello scorso anno. Zagabria è lontana, l'Europa sempre più casa nostra.

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