Al centro della serata di presentazione dei risultati del progetto ClimActive 2050 (in videoconferenza mercoledì 19 gennaio) l’evidenza che fattori socio-economici (e non solo) portano al parziale abbandono dei prati e dei pascoli dando luogo, di conseguenza, all’avanzamento di arbusteti e di bosco ed alla conseguente perdita di habitat prativi. Inoltre, eventi meteorici anomali sempre più intensi e frequenti apportano mutamenti sui sistemi agricoli che ne subiscono gli effetti e possono, al contempo, contribuire alla loro mitigazione.
Ad introdurre gli obiettivi di progetto il Dott. Agronomo Patrizio Musitelli, Direttore del GAL Valle Brembana 2020: “Tra gli obiettivi operativi del progetto ClimActive 2050 vi sono l’ incremento della diffusione delle pratiche agricole sostenibili, rafforzandone l’associazione con il valore economico dei servizi ecosistemici, e il potenziamento dell’associazione tra agricoltura e mitigazione degli effetti del cambiamento climatico. In secondo luogo il progetto mira al supporto alle aree rurali e ai loro sistemi agricoli, rafforzando le azioni contro i cambiamenti climatici, favorendo la resilienza e la diversificazione attraverso la valorizzazione dei servizi ecosistemici, contribuendo così al raggiungimento degli obiettivi in materia di ambiente e clima dell’Unione Europea”.
“Le vere protagoniste del progetto ClimActive 2050 sono state le aziende del territorio” – ha spiegato il Dott. Agronomo Emanuele Morlotti, responsabile di progetto – “25 delle aziende coinvolte hanno dichiarato di gestire alpeggi all’interno dell’ambito GAL, cioè circa il 50% dei 52 alpeggi presenti sul nostro territorio. Dall’indagine condotta da Coldiretti e Confagricoltura emerge che, nel territorio del GAL, la produzione media di foraggio si attesta sui 48 quintali/ha, a fronte 111.623,5 quintali di foraggio consumato. Di questi, il 65% risulta prodotto sul territorio, mentre il 35% viene acquistato dall’esterno del territorio del GAL. Il foraggio prodotto in Valle Brembana e Valle Imagna non è quindi sufficiente a soddisfare la domanda delle aziende agricole”. Continua Morlotti: “Nel contesto del progetto sono state individuate alcune aree pilota, è stata eseguita una mappatura dei rischi e delle vulnerabilità al cambiamento climatico e sono stati individuati boschi di protezione per l’equilibrio ecosistemico ed idrogeologico. Inoltre sono stati approfonditi alcuni possibili interventi futuri: in primo luogo sarà importante progettare il recupero di aree foraggere laddove sia presente una loro gestione attiva e questa sia meccanizzabile. In secondo luogo, un fattore chiave sarà il recupero dei pascoli in quota. Inoltre, si prospetta la possibile attivazione di un essiccatoio consortile che sarà oggetto di analisi economica e logistica nel corso degli sviluppi del progetto”.
Presente all’incontro il Dott. Alberto Brivio, Presidente di Coldiretti Bergamo, che ha approfondito il ruolo delle aziende agricole di montagna quali protagoniste della strategia di lotta ai cambiamenti climatici: “L’agricoltura di montagna non è solo agricoltura di resilienza – ha affermato Brivio – ma di sviluppo”. Tra gli ospiti della serata anche il Prof. Angelo Frascarelli, Presidente di ISMEA, che ha affrontato il tema dell’agricoltura smart nei territori montani. Tra le prossime attività del GAL nel contesto di ClimActive 2050, oltre al progetto partecipato di un essiccatoio consortile, sono previste un’analisi della sostenibilità della filiera del foraggio e la definizione di strumenti di gestione dei servizi ecosistemici di prati, pascoli e boschi, in un’ottica di distretto agro-zootecnico-forestale.
“Serata di approfondimento e di confronto con esperti e realtà del territorio molto interessante – dichiara Luca Personeni, vicepresidente GAL Valle Brembana 2020 -. Fondamentale il dibattito, perché comprendere le necessità, aspettative e progetti del territorio e degli agricoltori in particolare è la missione del GAL”.